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Lucie Licinie, devi capire che la nostra mentalità e' fondamentalmente diversa da quella dei popoli "europei" che hanno temprato ed omogeneizzato la propria identità culturale in secoli di lotte e storia unitaria -come Francia o Gran Bretagna- o tramite, come la Germania, una potente -e devastante- spinta unitaria da parte di una sola nazione.
Come tutti i popoli dalla storia unitaria relativamente breve e che non hanno ancora recepito filosofie d'importazione come la democrazia rappresentativa ed il moi commun rosseauiano, da noi predomina ancora lo spirito di parte e di fazione che e' una secolare nostra tradizione, del resto.
Noi siamo levantini, lo siamo in tutto e chiunque intenda capire l'Italia dovrebbe levarsi dalla testa di considerarci un paese europeo, dal momento che l'idea stessa di europa indica un modello "europeo nordoccidentale", cui persino voi tedeschi non siete del tutto adeguati.
E del resto nemmeno i tedeschi amano ricordare di come americani, francesi ed inglesi avessero causato la morte di almeno duecentomila -ed in molti sostengono essere stime prudenziali- soldati tedeschi internati nei campi del Belgio e della Francia dopo la fine della guerra. In compenso fu data grande eco alla scoperta delle verita' sul massacro di una buona parte del corpo ufficiali polacco a Katyn, prima imputato ai tedeschi e poi, si vide, opera dei sovietici. Ma al primo caso e' stata data rilevanza?
No, ne' sarebbe stato -nella Germania di Adenauer, ad esempio- politicamente consigliabile. Non lo e' tutt'ora.
Per un italiano la convenienza politica ed il bizantinismo sono atteggiamenti comprensibili maturati in secoli di lotta per la sopravvivenza con invasori piu' forti militarmente e contro avversari interni spietati: le guerre del resto sono cose sentimentali ed ogni popolo vi profonde e vi forma i propri vizi e virtu'. I tedeschi ad esempio vi hanno portato e formato la loro propensione verso il monolitismo idealista e l'assoluta coerenza tra mezzi e fini, anche quando a mio modo di vedere essa era piu' di facciata che di sostanza.
Del resto nei molteplici rivolgimenti della politica e della strategia, la coerenza spesso e' un lusso davvero troppo costoso ed inutile. I problemi da risolvere sono semplicemente troppo complicati per le capacita' della mente umana di concepirli, errore e contraddizione sono ecventi matematicamente inevitabili.
Un proverbio navajo recita "chi racconta la storia governa il mondo" e starei davvero molto attento prima di arrogare a qualunque popolo -un'entita' cosi' poco definibile che puo' essere considerata soltanto una definizone di comodo- qualunque, la capacita' di farsi portatore della verità storica o soltanto di un atteggiamento piu' aperto verso di essa.