Spie e spioni, storia della bomba H

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(SimonLeBon)
00giovedì 1 gennaio 2009 21:51
2008-12-30 19:08
SPIA DIEDE A MOSCA SEGRETI BOMBA IDROGENO
WASHINGTON - E' stata una spia, finora non identificata, piazzata da Mosca nel laboratorio di ricerche nucleari di Los Alamos (New Mexico) a fornire al Cremlino i segreti del devastante ordigno all'idrogeno fatto esplodere dall'Unione Sovietica per la prima volta nel 1955. E' questa la tesi di un libro, intitolato 'The Nuclear Express: A Political History of the Bomb and its Proliferation', che sta per uscire negli Stati Uniti e che appare destinato a riaccendere il vecchio dibattito sulla paternità della prima bomba all'idrogeno sovietica.

Il libro, scritto da Danny Stillman (che è stato per dieci anni direttore dell'intelligence a Los Alamos) e da Thomas Reed (un ex-ricercatore atomico del laboratorio di Livermore, in California), sostiene che Mosca ricevette da Los Alamos segreti ben più importanti di quelli forniti da Klaus Fuchs, una spia sovietica che lavorò a Los Alamos fino al 1946 al famoso Progetto Manhattan e che venne arrestato nel 1950. Le informazioni fornite dalla seconda 'talpa', secondo gli autori del libro, furono più importanti per Mosca. La spia era uno scienziato nato negli Stati Uniti, cresciuto poi in un paese straniero (diventando un simpatizzante del comunismo durante gli anni della Depressione), attivo a Los Alamos durante la seconda guerra mondiale e "profondamente coinvolto" nelle ricerche americane per lo sviluppo della bomba all'idrogeno.

Gli autori non forniscono di proposito il nome - affermano - perché la persona in questione è morta e non può più difendersi. Ma Stillman negli anni '90 confido' i suoi sospetti all'Fbi, senza grandi risultati. Gli Usa fecero esplodere la loro prima bomba all'idrogeno (700 volte più potente dell'atomica di Hiroshima) nel 1952 su un isolotto del Pacifico. L'Urss entrò in pista nel 1955 sviluppando poi ordigni più potenti di quelli americani (tremila volte più potenti della bomba di Hiroshima). La paternità della bomba all'idrogeno sovietica venne attribuita inizialmente ad Andrei Sakharov (lo scienziato poi diventato il portavoce del dissenso) ma il libro sottolinea che in realtà ancora oggi a Mosca si discute sulla genesi del potente ordigno, una conferma ulteriore secondo gli autori della origine sospetta del progetto. La rapidità con cui Mosca riuscì a tenere testa agli Usa sullo sviluppo della bomba all'idrogeno (mentre gli scienziati americani pensavano di avere un notevole vantaggio) sorprese le autorità di Washington ed è spiegabile solo, secondo il libro, con l'operato di una spia ben collocata a Los Alamos.
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